La magia del nostro ristorante a Madonna di Campiglio

Chef Gennaro Balice coccolerà il vostro palato.

Classe 1994, originario della Puglia, lo Chef Gennaro Balice è alla guida della cucina del “Biohotel Hermitage” e della “Stube Hermitage” a Madonna di Campiglio.
Diplomato all’Istituto Alberghiero di Margherita di Savoia, fin da piccolo alterna scuola e lavoro nei campi di famiglia, dove nasce e si consolida il suo profondo rispetto per la terra e per i suoi frutti. È da lì che germoglia una cucina fondata sulla materia prima, sulla stagionalità e sul legame autentico con le origini.

A soli 17 anni inizia il suo percorso professionale alla Masseria Barbera, nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, una realtà agricola e ristorativa premiata con i Tre Gamberi nella guida del Gambero Rosso. In questo contesto entra in contatto per la prima volta con il mondo dell’alta cucina grazie alla consulenza di Michelina Fischietti, del ristorante stellato Oasis Sapori Antichi.

La sua crescita continua a livello internazionale come Chef de Partie allo Zafferano Restaurant di Londra (1 stella Michelin), esperienza che rafforza tecnica e visione. Tornato in Italia, partecipa alla nuova apertura del ristorante Pashà a Conversano, affiancando lo chef Antonio Zaccardi (1 stella Michelin), per poi proseguire il suo percorso al Lume di Milano, guidato dallo chef Luigi Taglienti, dove resta per due anni e mezzo nel ruolo di Chef de Partie Tournant.

Dopo la chiusura imposta dalla pandemia, approda in Sardegna come Sous Chef al ristorante Gusto by Sadler nel Baglioni Resort San Teodoro, contribuendo al raggiungimento della stella Michelin pochi mesi dopo l’apertura. Il sodalizio con Claudio Sadler si rafforza: nel 2021 assume il ruolo di Executive Chef all’Hotel Luna Baglioni di Venezia, dove guida la cucina del ristorante Canova by Sadler. Nel 2022 il ristorante entra nella guida Michelin 2024 e ottiene le Due Forchette nella guida del Gambero Rosso.

La cucina di Gennaro Balice è il riflesso di un’identità ben radicata nella terra d’origine ma aperta all’innovazione: essenziale, elegante e profonda, definita da lui stesso “agro-dolce con un gusto finale deciso e lineare”. Una cucina che racconta il territorio e le persone, capace di creare connessioni autentiche attraverso ogni piatto.